L’anima del Trebbiano Spoletino: Cantina Ninni

Spoleto – in occasione dell’Anteprima Sagrantino 2018, Cantina Ninni propone una verticale che conferma l’indubbia longevità del Trebbiano Spoletino. Scopriamo vini di inaudita eleganza e il profilo all’orizzonte di un futuro ancor più ricco di successi. Ne parliamo con uno dei più attenti e appassionati interpreti: Gianluca Piernera.

La Cantina

L’avvincente dialettica sulla cifra stilistica del Trebbiano Spoletino, lungi dall’arrivare ad una soluzione condivisa, sembra però iniziare a tracciare alcune rotte particolarmente interessanti.

Fondamentale è il contributo Gianluca Piernera, titolare della Cantina Ninni. Istrionico e autentico come il suo Trebbiano Spoletino, ragioniamo con lui su alcuni aspetti peculiari di quest’uva così affascinante, di cui abbiamo parlato in più occasioni ([1], [2])

Siamo nel comune di Spoleto, su terreni argillosi con substrato marnoso, ricco dunque di calcare e minerali. Il vigneto intorno alla cantina appare più come un giardino, un fitto inerbimento copre tutta la superficie della vigna. Gli unici trattamenti si basano su estratti di alga di mare.

Poco oltre i filiari, a destare particolare meraviglia è una vecchia pianta di Trebbiano Spoletino più che centenaria, che cinge un acero campestre, avvolgendolo con lunghissimi tralci, tuttora produttivi. Altrimenti questi tralci sarebbero stesi lungo fili tesi (detti “tirelle”) secondo l’antico sistema di allevamento tradizionale (cfr. Chiaverini R., Il Vino a Spoleto, edizioni CEDRAV, 2017).

Curiosità genetiche

Tra vigne vecchie di Trebbiano Toscano e Malvasia, sono stati piantati ad intervalli regolari nei filari nuove piante di Trebbiano Spoletino. Questi sono riconducibili al clone registrato nel Catalogo delle Viti del Ministero delle Politiche Agricole.

In un’altra area del vigneto-giardino di Cantina Ninni si trovano piantati anche alcune piante di Trebbiano Spoletino identificabili come un biotipo diverso. Forse anche un clone differente, ma gli studi attuali ancora non hanno fatto luce su questo aspetto e, al momento sono classificati come Trebbiano Spoletino, anch’esso riconducibile all’unico clone registrato. Fatto sta, che all’osservazione su queste piante si riscontrano acini più piccoli con tendenza a maturare più tardivamente. Inoltre, nella vinificazione si riscontra un apporto in acidità più contenuto ed una maggiore sapidità.

Interessante sarà scoprirne la storia, la genetica e, non di meno, le espressioni nel calice che potranno rivelare negli anni a venire.

Il Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo

Protagonista della giornata è la verticale di Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo. Vinificato solo in acciaio, non filtrato e non chiarificato, con basso contenuti di solfiti decreta definitivamente l’incredibile capacità evolutiva del Trebbiano Spoletino.

Sensazioni di idrocarburi e terziarizzazioni incipienti, in un quadro di assoluto rigore, pulizia, verticalità, lasciano più di un commensale avanzare inaspettati paragoni con altri vitigni ben più celebri (capito quale, no?).

Sarà la vinificazione in acciaio la strada giusta per lasciar spazio alla prorompente personalità dell’uva? Sarà questo il futuro del Trebbiano Spoletino? Sicuramente Gianluca Piernera trova nell’acciaio non solo una continuità con la tradizione, ma una coerenza espressiva con gli aromi primari caratteristici del Trebbiano Spoletino.

Lungi da una posizione radicale, vi è tuttavia in questo una scelta che lascia giustamente spazio ad altre vie interpretative, di cui lo stesso Gianluca sta provando in una continua ricerca di soluzioni e proposte interpretative.

Non a caso, proprio in questa logica, sono state proposte modifiche al disciplinare della Doc Spoleto, volte ad introdurre la dicitura Riserva e Macerato, per dare spazio a vini, pur sempre base Trebbiano Spoletino, ma con caratteristiche stilistiche differenti.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo Doc 2020. Paglierino. Pompelmo, lime, anice e salvia. Gioventù scalpitante in un sorso vivido. Importante nerbo acido-sapido. Finale teso, pulito e lungo.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo Doc 2019. Paglierino. Foglia di limone, muschio, fiori di campo, idea di nocciola. Naso più introverso della 2020, mentre al sorso rivela tratti del tutto analoghi, con una buona vena acido-sapida ed un finale citrino.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2018. Paglierino tendente all’oro, luminoso. Incipienti sentori evolutivi verso note di idrocarburi, frutta bianca, anice. Sorso quasi piccante, sapido con una chiusura lievemente salmastra.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2017. Paglierino intenso con riflessi dorati. Frutta gialla matura, camomilla, idrocarburi, torrone bianco, cotognata. Sorso pieno, opulento e masticabile. Sferzante sapidità sul finale.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2016. Dorato brillante. Camomilla, limone disidratato, erbe aromatiche, cera d’api, idrocarburi. Rara complessità e profondità olfattiva raggiunta attraverso un’evoluzione impeccabile. Sorso sferico, caratterizzato da un cenno di zenzero che ne amplifica la dinamica. Finale interminabile. Un fuoriclasse, di altissimo livello.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2015. Dorato intenso, luminoso. Agrumi essiccati, spezie orientali, cenno canforato, anice, nocciole, idrocarburi. Ingresso Vellutato ed altrettanto suadente la progressione, non priva di freschezza, perfettamente integrata, in un corpo pieno e voluminoso. Lunghissimo il finale, con ricordi ancora agrumati e vegetali.

ENGLISH VERISION

During the 2018 Sagrantino Preview, Cantina Ninni proposes a vertical tasting that confirms the undoubted longevity of Trebbiano Spoletino. We discover wines of unexpected elegance and hintsfor an even more successful future. We talk about this with one of the most attentive and passionate interpreters: Gianluca Piernera.

The Winery

The compelling dialectic stylistic code of Trebbiano Spoletino, far from reaching a shared solution, however, seems to begin to trace some particularly interesting routes.

Fundamental is the contribution Gianluca Piernera, owner of Cantina Ninni. Histrionic and authentic like his Trebbiano Spoletino, we reason with him about some peculiar aspects of this so fascinating grape, which we have talked about in other pages ([1], [2])

We are in the municipality of Spoleto, on clayey soils with marly substrate, therefore rich in limestone and minerals. The vineyard looks more like a garden, a dense grass covering the entire surface around the vineyard. The only treatments are based on seaweed extracts.

Righe here to the vineyard, there is an old Trebbiano Spoletino plant of more than 100 years old, which surrounds a field maple, wrapping it with very long shoots, still productive. These shoots otherwise stretched along ropes (called “tirelle”) according to the ancient traditional raising system (see Chiaverini R., Il Vino a Spoleto editions, CEDRAV, 2017).

Genetic curiosities.

Among the old vineyards of Trebbiano Toscano and Malvasia, new Trebbiano Spoletino plants have been planted at regular intervals in the rows. These are attributable to the clone registered in the Catalog of Vines of the Ministry of Agriculture.

In another area of ​​the vineyard-garden of Cantina Ninni there are also Trebbiano Spoletino planted, some identifiable as a different biotype. Perhaps even a different clone, but studies have not yet shed light on this aspect and, at the moment, they are like Trebbiano Spoletino attributable to the only registered clone. Upon observation of these plants, we find smaller grapes with a tendency to ripen later. Furthermore, in the vinification there is a lower contribution in acidity and greater flavor.

It will be interesting to discover its history, genetics and, nevertheless, the expressions in the glass that they will be able to reveal in the years to come.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo

The protagonist of the day is the vertical of Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo. Vinified only in steel, unfiltered and not clarified, with low sulphite content definitively decrees the incredible aging capabilities of Trebbiano Spoletino.

Sensations of hydrocarbs, in a framework of absolute rigor, cleanliness, verticality, let more than one diner advance unexpected comparisons with other much more famous vines (understood which one, right?).

Will vinification in steel be the right way to make room for the bursting personality of the grape? Will this be the future of Trebbiano Spoletino? Certainly Gianluca Piernera finds in steel not only a continuity with tradition, but an expressive coherence with the primary aromas characteristic of Trebbiano Spoletino.

Far from a radical position, however, there is a choice in this that rightly leaves room for other ways of interpretation, of which Gianluca himself is trying in a continuous search for solutions and interpretative proposals.

It is no coincidence that, precisely in this logic, changes have been proposed to the disciplinary of the Spoleto Doc, aimed at introducing the words Riserva and Macerato, to make room for wines with different stylistic characteristics.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo Doc 2020. Straw yellow. Grapefruit, lime, anise and sage. Trampling youth in a vivid gulp. Important acid-savory backbone. Tense, clean and long finish.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo Doc 2019. Straw yellow. Lemon leaf, moss, wildflowers, hazelnut idea. More introverted nose than 2020, while the sip reveals completely similar traits, with a good acid-savory vein and a citrine finish.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2018. Straw yellow tending to gold, bright. Incipient evolving hints towards notes of hydrocarbons, white fruit, anise. Almost spicy, savory with a slightly brackish finish.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2017. Intense straw yellow with golden reflections. Ripe yellow fruit, chamomile, hydrocarbons, white nougat, quince. Full, opulent and chewable sip. Lashing flavor on the finish.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2016. Brilliant gold. Chamomile, dehydrated lemon, aromatic herbs, beeswax, hydrocarbons. Rare complexity and olfactory depth achieved through impeccable evolution. Spherical sip, characterized by a hint of ginger that amplifies its dynamics. Endless ending. A champion, of the highest level.

Trebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2015. Intense, luminous golden color. Dried citrus fruits, oriental spices, hint of camphor, anise, hazelnuts, hydrocarbs. Entry Velvety and equally persuasive the progression, not devoid of freshness, perfectly integrated, in a full and voluminous body. The finish is very long, with still citrus and vegetable memories.

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