Anteprima Sagrantino 2017

Montefalco, 7 / 9 Giugno 2021  – Resoconto dall’Anteprima sul Sagrantino, annata 2017, ma anche l’occasione per approfondire un territorio che sta crescendo velocemente e soprattutto molto bene. Non solo Sagrantino, ma un’ampia offerta di rossi e bianchi, tra cui l’ormai famoso Trebbiano Spoletino, che continua a riscuotere attenzione e successo. Sempre più, Montefalco tende a posizionarsi come polo trainante per la produzione vinicola umbra. In altre parole assistiamo, anno per anno, al successo di un territorio straordinario che punta molto in alto.

L’ANNATA 2017

L’annata è iniziata con un inverno molto asciutto per poi avere un luglio e un agosto molto caldi, tanto da confrontare il 2017 al 2003, che si caratterizzò per un’estate torrida. In quasi quindici anni di esperienza in vigna siamo diventati molto più attenti e il risultato nel bicchiere credo sia di molto superiore al 2003. Annate come questa servono perché si caratterizzano per dare vita a vini godibili da giovani, da raffrontare ad altre annate in cui il vino necessita di un tempo maggiore per esprimersi al meglio“.
Filippo Antonelli, Presidente del Consorzio di Montefalco.


Una annata pregevole la 2017, con un punteggio di 88/100, dopo due annate eccellenti, quali la 2016 e 2015.

L’annata 2017 è stata segnata da una gelata tardiva nel mese di Aprile, che ha compromesso la quantità ed un’estate calda e torrida che ha complicato la gestione dei tannini. La maturazione è stata piuttosto in anticipo rispetto alla media e, in generale è stata una annata molto complessa e difficile per le condizioni atmosferiche registrate, con un calo sensibile della quantità (- 40% sulla 2016).

Senza dubbio una delle annate più calde e siccitose degli ultimi anni, che ha impegnato duramente i produttori, soprattutto nella gestione della vigna. La qualità dell’uva è risultata generalmente sana, con buona maturazione polifenolica e acidità leggermente più bassa della norma ed un discreto tenore alcolico.  

IMPRESSIONI GENERALI

“È sempre più evidente come la collina di Montefalco abbia grandi potenzialità non solo per il Sagrantino ma anche per il Sangiovese, il Grechetto e il Trebbiano Spoletino. È una grandissima fortuna avere un ventaglio di varietà del genere, con una importante possibilità di crescita anche sui bianchi“.
Filippo Antonelli, Presidente del Consorzio di Montefalco.


Il comparto di Montefalco cresce, la base di aziende si allarga, conservando un’espressione qualitativa complessiva sempre di alto livello. Al contempo è tangibile la ricerca di un’offerta diversificata, non solo come pluralità di stili ma anche come nuovi prodotti, tanto che il Consorzio stesso definisce oggi il Sagrantino, uva simbolo del territorio, come un primus inter pares.

Dal 2021 i disciplinari della Doc Montefalco a la Docg Montefalco Sagrantino consentono di inserire l’indicazione geografica regionale “Umbria” in etichetta. L’obiettivo è quello di valorizzare e comunicare il territorio nella sua interezza, trainando l’intera regione.

Dai piccoli ai grandi produttori, una valanga di idee ed interessanti conversazioni tutte proiettate a scrivere il vino di domani. Montefalco si conferma un appassionante crocevia di storie, persone e idee in fermento per un territorio che, sempre più, vuole e può pensare in grande.

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO

“È evidente come il Sagrantino sia molto cambiato in 25 anni, da quando diventò portabandiera dei vitigni autoctoni italiani. Allora le vigne erano molto giovani e noi produttori eravamo alle prese con un puledro di razza non domato. Oggi le vigne sono mature, noi siamo più esperti in vigna e nell’affinamento in cantina. Col risultato che il Sagrantino di oggi dà vita a vini molto più equilibrati ed eleganti”.
Filippo Antonelli, Presidente del Consorzio di Montefalco.


I numeri parlano chiaro: nei 25 anni di Docg la superficie di vigneto iscritta a Docg Sagrantino è passata da 66 ha nel 1992 ai 760 ha nel 2018. Dal 2000 ad oggi la produzione del Sagrantino è quasi triplicata: da 660 mila a circa 1,5 milioni di bottiglie. Una crescita quantitativa eccezionale che è stata accompagnata in una altrettanto rapida crescita qualitativa.

Nonostante l’annata non semplice, l’interpretazione del Sagrantino è incentrata sulla ricerca dell’eleganza, senza snaturarne il profilo austero e potente e molti Sagrantino sono perfettamente godibili da subito.

Tante conferme ed alcune sorprese nel blind tasting proposto dal Consorzio. Di seguito una selezione, seppur non esaustiva, di 15 etichette decisamente convincenti.

Montefalco Sagrantino Docg 2017 | Antonelli San Marco. Impenetrabile. Mirtillo, more, fiori appassiti e macchia mediterranea. Poi liquirizia e after-eight. Materico, setoso, con tannini serrati, finissimi. Persistente.

Montefalco Sagrantino Docg 2017 | Di Filippo. Balsamico, intrecciato con frutti rossi, ciliegia poi ricordi floreali. Ricordi di tè nero e cardamomo. Tannini severi che incalzano un ingresso pieno e succoso.

Montefalco Sagrantino Docg 2017 | Terre di San Felice. Frutto dolce e maturo, che ricorda il ribes. Poi note di cacao e spezie, quasi orientali, curcuma e noce moscata. Sorso largo, solare e bilanciato. Armonico con piena compiutezza espressiva.

Montefalco Sagrantino Collenottolo 2017 | Tenuta Bellafonte. Frutti rossi e una articolata speziatura dolce caratterizza i profumi, che tornano in un sorso largo e succoso. Notevole l’equilibrio ed il tannino, finissimo. Chiusura persistente e coerente con il naso.

Montefalco Sagrantino 2017 | Romanelli. Conferma la solarità fruttata al sorso, avvolta da ricordi di boero, grafite, spezie. Largo e vellutato al sorso, sferico. Tannini nobili e persistenza infinita.

Montefalco Sagrantino Fidenzio 2017 | Tudernum. Prugna, fiori essiccati, tabacco, sottobosco. Buon equilibrio al sorso, seppur con un tannino severo. Impostazione tradizionale.

Montefalco Sagrantino 2017 | Bocale. Rubino concentrato. Viola appassita, sottobosco e frutti rossi. Elegante e sottile al sorso, profilo che sfugge all’opulenza cercando leggiadria.

Montefalco Sagrantino 2017 | Montioni. Profilo olfattivo intrigante, che cita le erbe officinali, ginepro e lavanda, con una ricca speziatura e toni minerali. Sorso largo e morbido con una fitta trama tannica di buona fattura

Montefalco Sagrantino Docg 2017 | Lungarotti. Leggiadro, oltre il frutto, tipicamente rosso e maturo, l’intensa componente floreale ricorda la lavanda, la macchia mediterranea, poi toni minerali. Il sorso è vellutato agitato da una bella tensione acida e profondità. Elegante.

Montefalco Sagrantino Collepiano 2017 | Arnaldo Caprai. Ciliegia e ribes, anche in confettura. Alloro, tabacco biondo, cannella. Sorso largo, ampio, appagante. Vivacità dinamica, tannini modulati aristocratici. Straordinari sul finale, nitore e persistenza.

Montefalco Sagrantino 2017 | Moretti Omero. Prugna, cacao, spezie scure, sottobosco. Austero e rotondo, succoso, con un profilo nitido e ben delineato. Tannino finissimo.  

Montefalco Sagrantino 2017 | Terre della Custodia. Frutti a bacca scura, violetta, fiori appassiti. Corredo speziato che vira su toni scuri. Profumi nitidi ed eleganti. Sorso potente ed equilibrato, segnato da tannini ben calibrati.

Montefalco Sagrantino 2017 | Plani Arche. Spezie dolci e garbata florealità, erbe aromatiche. Sorso elegante e leggiadro che condivide l’impostazione dei profumi. Buon equilibrio e piacevolezza.

Montefalco Sagrantino 2017 | Le Cimate. Frutti rossi, di bosco, spezie dolci e cacao. Riconoscibile la cifra stilistica della cantina, che si conferma anche in questa annata. Tannini ben gestiti e sorso già pronto e godibile fin d’ora.

Montefalco Sagrantino Fortunato 2017 | Valdangius. Toni scuri, tabacco kentucky, humus, poi mora e prugna, un’idea di paprika. Sorso rotondo in ingresso, ben marcato da una acidità vivida ed un piacevole supporto minerale.

IL TREBBIANO SPOLETINO

Continua una dialettica costruttiva intorno al Trebbiano Spoletino, in rapida ascesa negli ultimi anni. Aumentano i Trebbiano Spoletino in purezza e si va delineando una propensione verso una ricchezza estrattiva, ottenuta in vari modi: attraverso macerazioni prolungate, il contatto con le fecce e contenitori ossidativi. Non mancano tuttavia interessanti eccezioni e siamo lontani da una logica interpretativa univoca, ma questo, sembra essere la forza di questo vitigno, così espressivo e poliedrico.

Trebbiano Spoletino Trebium Doc 2020 | Antonelli San Marco. Oro verde. Intensità espressiva, frutto della passione, fiori d’arancio, pompelmo. Fresco, bilanciato, largo e succoso. Molto persistente.

Trebbiano Spoletino Fijoa Doc 2018 | Le Thadee. Dorato. Frutta tropicale, succo di mango, confettura di pesca, miele millefiori. Sorso composto e ben bilanciato nelle componenti, con ritorni fruttati ed una chiusura pulita e sapida. Un’interpretazione decisamente innovativa.

Trebbiano Spoletino Doc 2020 | Bocale. Paglierino con riflessi vedolini. Mela verde e agrume candito, frutta gialla. Sorso coerente, con una certa severità data dalla componente acido-sapida. Chiusura asciutta, rocciosa, di buona persistenza.

Trebbiano Spoletino Doc 2019 | Scacciadiavoli. Dorato. Frutta gialla matura, miele, spezie dolci, curcuma, toni nocciolati. Sorso pieno, grintoso, con una bella dinamica imposta dalla vena acido-sapida.

Trebbiano Spoletino Tempestivo Doc 2020 | Colle Ciocco. Paglierino con riflessi verdolini. Frutta fresca, susina, salvia, finocchietto, agrume, un’idea di menta. Vena acido-sapida in crescendo. Finale teso, citrino.

Trebbiano Spoletino Doc 2020 | F.lli Pardi. Paglierino. Vena verde di salvia e sedano, poi pompelmo e mandarino. Dolcezza ed acidità citrina in sintonia all’assaggio, sorso disteso, lungo.

Trebbiano Spoletino Del Posto Doc 2019 | Perticaia. Paglierino. Agrumi, susina, fiori di campo e fieno, nocciola.  sorso succoso, meno solarità fruttata rispetto alla versione base e maggiore complessità. Grande equilibrio e piacevolezza.

TREBBIANO SPOLETINO: PROVE TECNICHE DI LONGEVITÀ

Grazie alle cantine Valdangius e Le Cimate, abbiamo l’occasione di assaggiare alcune bottiglie con qualche vendemmia alle spalle. Iniziamo a valutare l’evoluzione del Trebbiano Spoletino, davvero molto promettente.

Trebbiano Spoletino Riserva Doc 2019 | Le Cimate. Paglierino. Frutta gialla, agrumi, pepe bianco, sensazioni vanigliate che riportano al naso, la  mineralità. Sorso fruttato con vivace componente acido-sapida.

Trebbiano Spoletino Riserva Doc 2016 | Le Cimate. Dorato brillante. Caramella al limone, susina e frutta gialla. Sorso ricco di freschezza.

Trebbiano Spoletino Riserva Doc 2015 | Le Cimate. Dorato. Agrumi canditi, lime, fiori appassiti e toni minerali che virano verso gli idrocarburi, Sensazioni balsamiche. Profondo, stratificato, con una notevole persistenza.

Trebbiano Spoletino Campo di Pico Doc 2019 | Valdangius. Oro verde, luminoso. Agrume candito, frutta gialla, anice stellato, erbe aromatiche, salvia. Sorso pieno, avvolgente, con una acidità ben calibrata. Molto persistente.

Trebbiano Spoletino Campo di Pico Doc 2016 | Valdangius. Dorato. Mela essiccata, anice stellato, muschio, pepe bianco, timo. Sorso largo, opulento e rotondo, con acidità misurata.

SPUMANTI

La cantina Scacciadiavoli da voce al territorio anche attraverso versioni spumantizzate impiegando sia vitigni autoctoni che i classici internazionali. Una sfida fortemente voluta ed oggi una scommessa che si sta rivelando vincente. Jacopo e Liù Panbuffetti ci raccontano come il segmento della spumantistica sia anche una novità per loro da un punto di vista commerciale e potrà essere un modo per ampliare il pubblico di estimatori, conquistando gli appassionati di bollicine per poi far conoscere anche le tradizionali doc e docg locali.

Spumante Metodo Classico Brut | Scacciadiavoli. Da uve Sagrantino con una quota di Chardonnay al 15%. 36 mesi sui lieviti. La struttura rimane agile e nel complesso, conquista per una piacevolezza disarmante. Bollicina cremosa, note di fiori di limone, mandorla fresca, confetto. Leggerezza e garbo anche al sorso, dissetante compagno di aperitivi estivi.

Spumante Metodo Classico Pas Dosé | Scacciadiavoli. Da uve Sagrantino e Chardonnay per il 15%. Ben 10 anni sui lieviti. Profilo tetragono, dove le sensazioni di frutta secca e lievito si fanno sentire, unitamente ad un maggior volume nel sorso, rispetto alla versione brut, arricchito da una componente minerale piuttosto evidente. Abbinamento calzante con uovo fritto su crema di crostacei Thai.

Spumante Metodo Classico Rosé | Scacciadiavoli. Rosato da uve Sagrantino, convince per piacevolezza e personalità. Bellissimo color rosa salmone, riporta note di fragoline di bosco, mela rossa, mandorla tostata. Sorso coerente, pizzicato da una bollicina sottile ed una misurata acidità. Finale rigoroso, nitido e asciutto.

Anche la Cantina Valdangius prova la strada delle bollicine ma secondo un percorso radicalmente diverso: rifermentazione in bottiglia, secondo la new wave dei rifermentati in bottiglia o naturali o ancestrali, che dir si voglia.  

Ventibolle 2020 | Valdangus. Trebbiano Spoletino rifermentato in bottiglia con lieviti indigeni. Metodo ancestrale proposto nel 2020, da cui il nome: ventibolle.Giallo dorato, opalescente. Al naso, agrumi essiccati e camomilla, che ritornano al sorso, dove non troviamo ridondanze ossidative, ma una buona freschezza ed una lieve velatura tannica. Un prodotto indirizzato verso una nicchia di mercato ben precisa, tecnicamente ben fatto.

MONTEFALCO: NON SOLO AUTOCTONI

Finora abbiamo parlato di Sagrantino e Trebbiano Spoletino, due vitigni che circoscrivono di fatto i propri territori di produzione. Di contro, proprio in questo territorio trovano spazio molti altri vitigni, Grechetto e Sangiovese, in primis, mantenendo una radice identitaria seppur diffuse in tante altre aree vinicole umbre e del centro italia e poi molti altre uve anche internazionali scelte dal tempo e da scelte ben precise di chi, un giorno, li ha voluti impiantare.

La Doc Montefalco consente la vinificazione in rosso con un ampio spettro di uve a partire da una base di Sangiovese con una quota di Sagrantino. In particolare fino al 2015 il disciplinare del Montefalco Doc prevedeva l’uso di Sangiovese per un massimo del 70% e del Sagrantino per un massimo del 15% obbligando pertanto ad inserire un terzo uvaggio in quota dal 15% al 30%. Da qui diversi apporti di Merlot, Cabernet Sauvignon o altri ancora, previsti dal disciplinare.

Dal 2016 l’apporto del Sangiovese è stato innalzato fino all’80% e del Sagrantino fino al 25%, concedendo la possibilità di impiegare solo queste due uve. Tuttavia ancora l’idea di lavorare con un blend di tre o più uve lascia ai produttori la possibilità di creare un vino che rispecchi la propria cifra stilistica, a dispetto di un Montefalco Rosso teoricamente più aderente al territorio, ovvero con solo Sangiovese e Sagrantino.

Abbiamo incontrato uvaggi molto diversi e soprattutto declinazioni differenti per concezione, in linea di massima in due direzioni: dalla ricerca di agilità, alla conferma dei tratti più scuri e potenti.

Montefalco Rosso Doc 2017 | Le Cimate. Base Sangiovese al 60% con supporto di Sagrantino 20% Refosco 10% e Tannat 10%.  Rubino, tendente al porprota. Pepe, spezie, toni balsamici, un’idea di peperoncino habanero. Sorso vigoroso, con buona potenza, ottima fusione tra le componenti ed un profilo che mantiene una certa leggerezza. Buona persistenza.

Montefalco Molinetta Doc 2016 | Romanelli. Sangiovese, Sagrantino e Merlot. Rubino cupo. Ciliegia e spezie, violetta. Sorso agile e ben bilanciato. L’ottimo equilibrio cela bene la struttura importante, conferendo leggiadria ed eleganza.

Montefalco Rosso Vigna Flaminia Maremmana 2018 | Arnaldo Caprai. Sangiovese e Sagrantino, con un saldo di Canaiolo. Rubino, fiori rossi, violetta, mora di rovo, tabacco, spezie scure. Sorso pieno, fittezza e rigore tannico, senza mai uscire di misura. Un rosso importante e di altissimo profilo.

Montefalco Rosso Riserva 2018 | Arnaldo Caprai. Sangiovese 70%, Sagrantino 15%, Merlot 15%. Naso cupo, con note di humus, sottobosco, ciliegia, speziatura scura, grafite, china. Coerente all’assaggio, con tannini potenti e serrati.

Montefalco Rosso 2019 | Arnaldo Caprai. Sangiovese 70%, Sagrantino 15%, Merlot 15%. Rubino concentrato con riflessi porpora. Frutta rossa, spezie scure, pepe nero, cenno di tostatura, fiori appassiti. Carattere e struttura già delineati, seppur giovane.

Fuori dai confini tracciati dalle Doc e Docg i produttori sperimentano espressioni frutto della propria visione e filosofia produttiva. Alcuni esempi dalla cantina Arnaldo Caprai e Le Cimate.

Cuveé Secrete 2019 | Arnaldo Caprai. Paglierino con riflessi verdolini. Mandorla, erbe aromatiche, salvia, finocchio, anice stellato, echi vanigliati, mineralità rocciosa. Sorso vellutati, fine ed elegante, con ritorni anisati. Vino complesso ed ambizioso, di gran classe.    

Belcompare 2016 | Arnaldo Caprai. Rubino concentrato. Prugna, ciliegia, frutti rossi ben raccontati e scanditi. Spolverata di pepe, noce moscata, ricordi di macchia mediterranea. Sorso vibrante, con una progressione misurata e di grande piacevolezza.

Muller Turgau Passito 2018 | Le Cimate. Una rarità, probabilmente l’unico Muller Thurgau passito prodotto ad una latitudine così bassa. Ambrato luminoso. Albicocca disidratata, agrume e mela essiccati. Al sorso la dolcezza si mantiene misurata, mentre la componente acido-sapida ne accentua la dinamica. Terso, nitido e persistente il finale.

MONTEFALCO A TAVOLA

Il tema dell’abbinamento a tavola non solo nel solco della cucina regionale e tradizionale ma anche con ampia spendibilità in accompagnamento a preparazioni gourmet e fusion è infine un altro tema centrale che è emerso nell’Anteprima 2017.

Un pranzo ed una cena di altissimo livello, rispettivamente presso Scacciadiavoli e Terre della Custodia sono stati il teatro in cui i vini di Montefalco hanno dimostrato la loro versatilità sulla tavola e la capacità di poter accompagnare una cucina raffinata, elegante e moderna.

Accoglienza e ospitalità straordinarie presso Scacciadiavoli. La cantina, guidata da Iacopo e Liù Pambuffetti, propone un’idea ardita quanto accattivante: accompagnare la cucina del mondo con i vini di Montefalco, a riprova della versatilità dell’offerta del territorio, ormai non più solo Sagrantino, ma anche grandi vini bianchi e memorabili spumanti.

Il giovane e bravissimo chef Giulio Gigli che a breve inaugurerà il nuovo ristorante Une a Foligno, propone un menù ricco di citazioni della cucina internazionale. Uno stile molto rigoroso, pulito, equilibrato che sperimenta e stupisce con accostamenti inediti, ma mai eccessivamente cerebrali.

  • Hummus di fave fresche – Spumante Metodo Classico Brut
  • Uovo fritto, crema di crostacei thaï – Spumante Metodo Classico Pas Dosè
  • Prosciutto d’anatra, germogli di pino – Spumante Metodo Classico Brut Rosè
  • Animelle e ravanelli in agrodolce – Montefalco Grechetto doc 2019 – Montefalco Bianco doc 2019
  • Curry di verdure – Spoleto Trebbiano Spoletino doc 2019
  • Spaghettone con ragù di quaglie satay e pomodoro bruciato – Montefalco Rosso doc 2018
  • Kebab di cinghiale, melanzane e yogurt – Montefalco Sagrantino docg 2016 – 2017
  • Cheese cake di sambuco e visciole – Montefalco Sagrantino Passito Docg 2017

Serata di altissimo profilo nella strepitosa location di Terre della Custodia a Gualdo Cattaneo, a pochi chilometri da Montefalco. In cucina Riccardo Agostini, chef stellato de Il Piastrino a Pennabilli (RN), coadiuvato dal resident chef Massimo Infarinati, presso il ristorante della cantina per una suntuosa cena a 4 mani.

È stata l’occasione per conoscere la trascinante simpatia di Giampaolo Farchioni, manager con animo rock ‘n roll, e ragionare sulle sfide e le scelte che una cantina con grandi numeri si trova ad affrontare, dal posizionamento sul mercato, agli investimenti tecnologici, fino al contributo fondamentale per la crescita del territorio.

  • Panino al vapore, mosto di Sagrantino e fegatini, Spaghetti di sedanorapa e ciccioli – Spumante Metodo Classico Gladius
  • Vitello al fumo, asparagi bruciati, alici e limone – Umbria Rosato Igp 2020
  • Riso carnaroli, aglio orsino, coregone e le sue uova – Montefalco Grechetto doc 2019
  • Cappelletti di faraona alla brace, fagiolini e tartufo nero – Montefalco Rosso Riserva Rubium doc 2018
  • Guanciale di Chianina, pera al Sagrantino e uva – Montefalco Sagrantino docg 2017
  • Ravigliolo, Sagrantino Passito, Nespole e polline – Sagrantino Passito Melanto docg 2016